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DAL CORRIERE DELLA SERA

di Claudio Arrigoni

Solo l’Olimpiade, fra le manifestazioni sportive mondiali, è nata prima. Eppure lo sanno in pochi. I Deaflympics, i Giochi per atleti sordi, cominciano a Sofia, in Bulgaria. Sono alla loro edizione numero 22. Era il 1924 quando a Parigi si organizzò la prima. La Paralimpiade, per fare un paragone, svolse la sua prima edizione fuori dall’Inghilterra, con diverse disabilità, solo a Roma nel ’60. Lo sport paralimpico è nato con il silenzio: era ancora l’800 quando sono nate le prime società sportive per sordi. Basterebbe questo per capire l’importanza dei Deaflympics. Invece, detto senza ironia e con un po’ di dispiacere, anche questa volta passeranno sotto silenzio: niente tv e pochi articoli. E pensare che in Italia abbiamo la più grande atleta di sempre dello sport silenzioso: Barbara Oddone, nel tennis, è la più vincente al mondo.

Lo sport “silenzioso” è proprio di quelli “invisibili”. La disabilità non si vede. Per questo viene snobbato. Non è presente alla Paralimpiade, anche se forse a Rio 2016 ci potrebbero essere delle gare. I Deaflympics si svolgono abitualmente l’anno successivo ai Giochi Paralimpici. Ci sono stati atleti sordi che hanno partecipato e vinto fra normodotati. Il pugile Mario D’Agata fu campione mondiale dei pesi gallo nel ‘56. Il vanto azzurro è come detto Barbara Oddone: 15 medaglie d’oro, due d’argento e una di bronzo in 22 anni di carriera tennistica: “Fin da bambina ho sempre avuto il problema dell’udito per la distrazione di un dottore. Sono stata anche professionista. All’inizio non sapevo che si organizzassero competizioni per atleti sordi. Partecipai in quel anno alla mia prima Olimpiade in Nuova Zelanda e vinsi tre ori (singolo, doppio misto, doppio femminile). Fu una grande soddisfazione soprattutto lottare con i dirigenti internazionali perché non credevano fossi sorda dal mio modo di parlare. Chiedo solo un po’ di considerazione… o siete sordi anche voi?”. La delegazione italiana a Sofia (gare sino al 4 agosto) è composta da 105 persone, ai Giochi ci saranno circa 3200 atleti di quasi 100 nazioni con undici discipline (volley, basket, nuoto, karate, judo, bowling, mountain-bike, ciclismo, tennis, tennis tavolo e orientamento) . Sarà un grande evento (pagine facebook deicate: https://www.facebook.com/pages/Deaf">una italiana e una https://www.facebook.com/Deaflympic">internazionale). La punta di diamante della Nazionale è il nuotatore Luca Germano, che agli scorsi Giochi a Taipei conquistò sei medaglie.

Lo sport silenzioso in Italia ha poco meno di 90 anni di vita. Le prime società che se ne occuparono vi erano già nell’Ottocento, ma fu a Parigi, nel 1924, che il francese Rubens-Alcais e il belga Dresse fondarono la prima organizzazione internazionale per lo sport fra sordi, il Ciss, e diedero vita ai primi Giochi Mondiali Silenziosi. Poco prima un giovane sordo italiano che amava lo sport era emigrato proprio in Francia, dove aveva trovato lavoro e anche sostegno per fare sport. Fu lui, Roberto De Marchi, a firmare l’adesione dell’Italia e a vincere due medaglie d’oro nel nuoto, in 100 e 1500 m stile libero. L’anno successivo nacquero le prime due società a Milano e Genova, mentre nel 1929 un napoletano trasferitosi a Milano, Emilio Pacenza, fondò il Comitato Sport Silenzioso d’Italia. Oggi si chiama Fssi (Federazione Sport Sordi Italia) e fa parte del Comitato Paralimpico, anche se svolge attività autonoma. Infatti, fin dalla nascita dei primi organismi nazionali e internazionali, vi è sempre stata una netta distinzione nell’organizzazione delle attività sportive svolte da sordi rispetto a quelle di atleti con altri tipi di disabilità. Il 4 febbraio del 2006 la FSSI viene riconosciuta dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e attualmente come Federazione Sportiva Paralimpica nella cui organizzazione risultano affiliate 105 Società che praticano 44 discipline sportive. Nelle varie partecipazioni alle Deaflympics Estive e Invernali le Medaglie vinte dagli atleti sono state complessivamente 391: 137 d’oro, 100 d’argento e 121 di bronzo ai Deaflympics; 11 d’oro, 9 d’argento e 13 di bronzo.

“Il Cip dà la possibilità a tutte le categorie di disabilità di poter praticare attività sportiva, per questo faremo il possibile per valorizzare sport e iniziative della Fssi”: Luca Pancalli, presidente Cip, ha sempre cercato che vi fosse una casa comune dello sport per atleti con una disabilità e dal 2006 ha riconosciuto la Derazione sportiva dei sordi (Fssi). Per ora, non vi è integrazione in manifestazioni ove sono incluse altre categorie di disabilità, ma l’Italia è comunque all’avanguardia. Grazie anche a campionesse come Barbara.

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